STORIA PERSONALE E ALTRI TEMI SENSIBILI
Le Linee d’indirizzo non contengono esemplificazioni dettagliate e modelli di buone pratiche didattiche da realizzare nelle classi, ma lasciano questo aspetto alla professionalità e all'autonomia didattica dei singoli team docenti.
Sottolineano tuttavia, nel già citato Allegato 3, l’attenzione da prestare al momento della scelta dei libri di testo, con il suggerimento di privilegiare quelli più attenti alla molteplicità delle situazioni familiari e culturali ormai presenti in tutte le classi. Segnalano inoltre alcuni “temi sensibili” (approccio alla storia personale, famiglie, differenze di etnie e culture) da affrontare con cautela e con percorsi ad hoc - e informandone preventivamente i genitori - quando si hanno in classe alunni figli adottivi. La declinazione di queste tematiche in specifici percorsi didattici viene però lasciata all’autonomia dei docenti.
In realtà questa parte delle Linee d’indirizzo avrebbe dovuto essere integrata dall’attivazione, all’interno del sito Internet del MIUR, di uno spazio in cui “raccogliere e diffondere quanto è utile alla formazione continua del personale scolastico sull’adozione: contributi scientifici, didattici e metodologici, schede di approfondimento, documentazione su buone pratiche esportabili…”. Ma questo spazio non è stato attivato.
Potete comunque trovare sul sito www.adozionescuola.it alcune esemplificazioni didattiche e riferimenti a testi e siti tematici che contengono esempi di buone prassi.
NELLA SCUOLA SUPERIORE
Sia le famiglie che gli insegnanti sanno bene quanto la frequenza della scuola superiore sia spesso problematica e carica di difficoltà. L’adolescenza, una fase di vita complessa per molti ragazzi, per chi è stato adottato lo è spesso di più. I cambiamenti connessi al passaggio tra diversi ordini di scuola e i compiti di apprendimento più complessi possono accentuare lo stato di instabilità emotiva caratteristico del periodo.
Anche se le Linee d’indirizzo sono pensate soprattutto per le fasi iniziali della scolarizzazione, contengono tuttavia anche una serie di indicazioni importanti per facilitare un positivo prosieguo del percorso scolastico.
Gli aspetti a cui prestare attenzione sono riconducibili a:
-un buon orientamento da effettuare nell’ultimo triennio del ciclo dell’obbligo, nella consapevolezza che l’inserimento in un percorso scolastico realmente rispondente alle capacità e attitudini del minore contribuirà a rafforzare la sua sicurezza personale (attenzione alle aspettative troppo elevate, che finiscono per minare l’autostima!);
-un’accurata trasmissione di informazioni (col consenso dei genitori per quanto riguarda i dati sensibili!) tra i docenti della scuola dell’obbligo e quelli della scuola d’accoglienza del ragazzo, soprattutto per quanto riguarda i suoi punti di forza e le sue vulnerabilità, nonché le strategie didattiche e relazionali che si sono rivelate efficaci per accompagnare al meglio il suo percorso scolastico;
-una cura particolare del rapporto scuola-famiglia, soprattutto nei casi più complessi, dedicando tempi distesi agli incontri con i genitori;
-l’individuazione di un insegnante (una sorta di tutor) all’interno del Consiglio di classe, che possa rappresentare un riferimento privilegiato sia per la famiglia che per il ragazzo, aiutandolo ad orientarsi nelle richieste più complesse - sia di ordine didattico che relazionale - che la scuola superiore comporta e a monitorare il proprio percorso di apprendimento.
-l’eventuali attivazione tempestiva di interventi ad hoc (la normativa su BES e PDP vale anche per la scuola superiore, anche se tende ad essere meno utilizzata), con particolare attenzione al supporto linguistico (comprensione dei linguaggi specialistici delle discipline).
RUOLI DEI DIVERSI ATTORI E FORMAZIONE DEI DOCENTI
La parte conclusiva delle Linee d’indirizzo definisce i ruoli e i compiti delle diverse componenti dell’istituzione scolastica, al fine di creare quella sinergia che sola sarà in grado di garantire il migliore e più coerente accompagnamento scolastico degli alunni figli adottivi.
Dal MIUR fino ai singoli docenti e alle famiglie, passando per gli Uffici Scolastici, i dirigenti, i referenti, viene indicato e declinato il “chi fa cosa”:
-il ruolo di indirizzo e coordinamento degli Uffici Scolastici (individuazione di un referente al loro interno, coordinamento dei referenti d’istituto, promozione di iniziative di formazione…);
-quello dei dirigenti scolastici, di garanti della piena realizzazione del diritto allo studio dei minori adottati (decisione in merito alla classe d’inserimento, valorizzazione delle migliori prassi, promozione di formazione anche in rete…);
-il ruolo e i compiti dei referenti d’istituto di cui già si è detto;
- i compiti dei singoli docenti, per quanto riguarda l’attivazione di prassi didattiche volte a sostenere l’inclusione e a favorire il benessere scolastico dei minori adottati;
- quello delle famiglie, di disporsi alla massima collaborazione con la scuola;
- il ruolo centrale del MIUR che, come si è già detto, dovrebbe attivare all’interno del proprio sito uno spazio mirato ove raccogliere contributi scientifici, didattici e metodologici e documentazione di buone pratiche.
Oggi i vuoti di questa rete sono ancora molti. L’auspicio è che le realtà più attive riescano a contagiare quelle ancora dormienti, e che le associazioni dei genitori continuino nella loro azione di sollecitazione e stimolo.
Una riflessione analoga può essere fatta per la formazione dei docenti. Le Linee d’indirizzo ne dettagliano contenuti e metodologie, ma anche in questo caso lo stato dell’arte rivela una situazione ancora diversificata da zona a zona, anche se negli ultimi anni si è assistito a un’indubbia accelerazione.
Anche in questo caso l’auspicio è di un rapido incremento. Particolare urgenza riveste la formazione dei docenti referenti e il loro coordinamento, come del resto molti di essi auspicano.
Con questo post si conclude la rilettura ragionata della Linee d'Indirizzo.
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